“Un provvedimento miope che mette a rischio la salute e le
tasche dei cittadini”. Legambiente è dura sulla recente approvazione
da parte della Giunta regionale piemontese dello schema di ordinanza
sindacale-tipo per l’applicazione delle misure di limitazione delle emissioni
per la stagione invernale 2019-2020 che prevede una serie di nuove deroghe per
i blocchi al traffico. Tra queste l’esclusione dall’area soggetta alle
limitazioni di 10 Comuni dell’agglomerato di Torino e la deroga per i veicoli
condotti da persone con ISEE inferiore ai 14.000 euro.
“La Regione si impegni a garantire alternative efficaci
all’uso dell’auto privata piuttosto che a depotenziare provvedimenti antismog
già oggi insufficienti a tutelare la salute pubblica - dichiara Fabio Dovana,
presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Da diversi anni la nostra regione è sotto
procedura d’infrazione europea per smog e questo, oltre ad indicare che la
salute dei cittadini è costantemente messa a rischio, rappresenta una scure
milionaria sulle casse regionali e locali. Andare nel senso opposto a quanto si
dovrebbe fare non potrà che aumentare le possibilità che il Piemonte, e pro
quota le amministrazioni locali, siano chiamate dalla Corte di Giustizia
Europea a pagare sanzioni nei prossimi anni. Soldi pubblici che anziché per le
multe potrebbero essere spesi per politiche antismog veramente efficaci, a
partire da progetti per la mobilità a zero emissioni nei centri abitati e dal
completo ripristino delle linee ferroviarie pendolari tagliate”.
Per Legambiente occorre prendere come riferimento il Piano Aria
regionale approvato a marzo 2019 che concentra la maggior
parte delle misure sul settore dei trasporti ed in particolare della mobilità
urbana costituendo così una matrice indispensabile per l’efficacia delle
politiche anche su scala locale. Un piano che, sottolinea l’associazione, mira
al rispetto minimo degli attuali limiti di legge senza però considerare che di
qui al 2030 l’Unione Europea potrebbe inasprire tali standard in conformità
alle raccomandazioni dell’OMS che abbassano ad esempio l’asticella del PM10 ad
una media annua inferiore a 20 mg/mc come riferimento per la tutela della
salute pubblica.
“Ci rivolgiamo direttamente ai Sindaci, primi responsabili
della salute pubblica, affinché adottino ordinanze comunali più ambiziose di
quella proposta dalla Regione e interpretino gli interventi a favore di una
mobilità nuova, sia pubblica che privata, come un’opportunità di crescita del
tessuto economico locale e a favore di una maggiore vivibilità dei centri
urbani. Va sicuramente nella giusta direzione la revisione della Zona a
Traffico Limitato di Torino ma vogliamo stimolare l'Amministrazione torinese ad
essere più coraggiosa, per non rischiare che il progetto non produca gli
effetti sperati e non venga compreso dalla popolazione. Per noi il modello da
seguire resta l'Area C che a Milano ha permesso di indirizzare importanti
risorse per il potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico, con effetti
positivi su qualità dell'aria e congestionamento della città”.
Redazione Vercelli