A Bardolino sul lago di Garda si è svolta dal 9 al 13
maggio la dodicesima edizione del
Concorso dedicato al maestro Jan Langosz, il quale aveva istituito il
concorso negli anni settanta e che, alla
sua scomparsa, il Maestro Giuseppe Fricelli collega e amico di Langosz con
il permesso della moglie signora Loredana, ha ripreso il progetto e lo ha
condotto con successo fino ai giorni nostri.
L’edizione di quest’anno ha visto circa 500
partecipanti provenienti da tutta Italia ed anche dall’estero che si
sono cimentati in sezioni di pianoforte, violino, violoncello, tromboni,
percussioni,flauto, chitarra ed in formazioni cameristiche.
Il Maestro Fricelli
dichiara: “Fin
dall’inizio desideravo che i concorrenti avessero la possibilità di esibirsi
dinanzi ad una commissione altamente professionale e desiderosa di ascoltare
con piacere, comprensione ed affetto. Tanti di questi concorrenti abbracceranno
la professione del musicista, tanti invece lasceranno lo studio della musica,
ma continueranno a frequentare le sale da concerto in qualità di validi
ascoltatori. Questo era l’obiettivo che mi ero prefissato allora e che dopo
dodici anni spero di aver raggiunto a pieno; la giuria di quest’ anno prevedeva la violinista Carla Mordan, la pianista Daria Aleshina, il
direttore d’orchestra Colin Attard, il
pianista Marco
Podestà, il flautista Enzo Caroli ed i musicisti Michele Chiusole, Massimiliano Giovanardi e Simonetta Bicego,
oltre a Renzo
Bellardone”.
L’appuntamento, organizzato in collaborazione con la Fondazione
Bardolino Top e il Comune di Bardolino, prevede ogni sera, per
tutta la durata del concorso l’esibizione dei partecipanti più meritevoli . «Bardolino è
città del turismo, ma anche di arte e cultura, e tramite questi eventi
riusciamo a offrire a visitatori e bardolinesi un connubio tra queste
peculiarità», commenta l’assessore alla cultura e vicesindaco, Marta Ferrari.
«Il fatto che
ogni anno il concorso abbia aumentato il numero dei partecipanti, indica come
la qualità e la perseveranza nel rincorrere la cultura porti beneficio al
territorio, che per l’occasione diventa una piccola capitale della musica
mondiale e palcoscenico di giovani talenti ».
Renzo Bellardone racconta: “Il concorso è un banco di prova senza esasperata competizione, ma che permette ai ragazzi di cimentarsi dinanzi ad un pubblico ed una
commissione giudicatrice e dimostrare il risultato di tanto impegno. La gioia
di esibirsi in pubblico li porta ad una sorta di autoeducazione al bello con
umiltà e passione: è percettibile la
consapevolezza che solo con lo studio e l’impegno si raggiungono risultati
certi e non fatui, come il culto odierno dell’immagine ed ‘il voler essere
presenti ovunque’, portano alla falsa convinzione di essere in grado di fare tutto, anche senza
studio dedicato. Da parte mia non posso che essere lieto di aver sentito
risuonare il nome di Santhià in ogni occasione ufficiale e per questo ringraziare il Maestro Fricelli per il gradito
invito
e gli illustri colleghi in commissione
per la professionalità, e la cordialità”.